Andrà tutto bene alla fine.
E se non va bene, non è la fine.
– John Lennon –
Ma non andrà bene per tutti. Perché qualcuno non vedrà la fine. Per tanti non sarà indolore: perché avranno perso una persona cara, la propria occupazione, i propri risparmi.
Quando riemergeremo probabilmente il paesaggio umano non sarà più quello che conoscevamo: cambierà, forse, la vita. Che cambieremo anche noi, invece, è tutt’altro che certo, anche se sarebbe auspicabile, dal momento che abbiamo la responsabilità di quanto sta accadendo. Ma l’esperienza, e la storia, non ci sono di conforto, quanto a questo.
Parlando di arte, e di cultura, avremo assistito a un’ecatombe. Ma sembra che gli artisti rubino il pane che mangiano. Chi ha cantato Gli Ultimi, sta già trovandosi spiacevolmente, rapidamente, a condividerne la condizione, da un’ottica privilegiata e scomoda.
Non siamo qui, tuttavia, a pronunciare il milionesimo Discorso della Montagna, che andrebbe ad accodarsi ad altri – spesso falsi, pretestuosi, opportunistici e irritanti quanto patetici – ascoltati in questi giorni confusi, nei quali vanno facendosi strada stanchezza ed esasperazione.