Specie negli anni ’60 la produzione discografica italiana traeva ispirazione dai successi stranieri ed era un continuo fiorire di cover. Brani già famosi, con adattamento del testo e un nuovo titolo, mutavano pelle secondo il nostro costume. E sono moltissimi gli esempi di autentiche schifezze che riciclavano malamente capolavori immortali.
C’erano tuttavia anche delle produzioni più che dignitose, per non fare di tutta l’erba un fascio. Dai Beatles ai Procol Harum, e potremmo citarne all’infinito, di canzoni ed interpreti.
Quasi mai la parte letteraria rispecchiava l’originale; spesso, al contrario, la travisava. Succede anche oggi, purtroppo, nonostante gli altissimi esempi, sempre per dire di pochi, del Cohen di De André o il più recente De Gregori con Dylan. Non che siano gli unici, naturalmente. Bisognerebbe avere più rispetto, forse, ma non vogliamo scagliare pietre perché non siamo senza peccato, e perché non ci piace prendere a sassate nessuno, soprattutto.
La nostra Gentarrubia testimonia un errore che commettemmo, in questo senso. Perché il testo in sardo non ha niente a che vedere con la composizione di Sonny Bono. Amavamo, e non poco, il grande successo che era stata I Got You Baby e, volendo avvicinarla a noi e farla profondamente nostra, ne riscrivemmo le liriche. Crediamo, può darsi con presunzione, di non averla deturpata, questo no. Però, oggi, con più maturità possiamo affermare che non avremmo dovuto, nemmeno noi.
Registrato dal vivo al Palazzo di Città di Sassari il 18 gennaio 2020.
Mario Chessa: Voce, Pianoforte, Tastiere
Enzo Paba: Voce, Chitarra
Marco Piras: Chitarre, Tastiere
Franco Castia: Voce
Giuseppe Gadau: Basso, Voce
Fabrizio Loriga: Batteria
Maria Rosaria Soro: Voce
Enrica Virdis: Voce
Autore: Franco Castia
Compositore: Sonny Bono