I dischi promozionali erano (e sono) supporti fisici, non destinati alla vendita, che venivano inviati alle radio o agli organi di stampa – più genericamente – per favorirne la diffusione o ottenere la recensione dell’opera.
Accadeva che venissero consegnati nel corso di vere e proprie conferenze stampa o fatti pervenire attraverso i normali canali di distribuzione.
Per quanto riguarda noi questo ne è un esempio: il 45 giri di Badde lontana / Ma eri donna, col centrino decisamente diverso da quello abituale, nella citazione fuori proporzione della casa discografica così come negli spicchi di colore che fanno da sfondo alla scritta.
La copertina, che definiremo spartana per volerci confermare spartani noi stessi, altro non è che una semplice busta a due colori, decorata con una fantasia geometrica tutt’attorno al foro centrale e una stellina sull’angolo sinistro alto, riportante anch’essa il logo della casa discografica, in bella evidenza.
Notiamo come detto logo differisca da quello sul bordo in cima al centrino del 45 giri, che manca della esse finale e dovrebbe essere quello corretto, come si ricava dal confronto con quelli delle stampe regolari.
Sono, del resto, refusi pochissimo rilevanti e anche piuttosto frequenti, molto più di quanto non si immagini.
La City Record non era assimilabile a una major, come nel caso della RCA, ovviamente, ma si era resa protagonista di un paio di clamorosi successi, di quelli che negli anni sessanta erano ancora possibili, con alcune pubblicazioni di artisti pressoché sconosciuti che avevano realizzato, sorprendentemente, delle vendite milionarie.
Forse, in questo, era stata aiutata dalla capace distribuzione della Ariston. Il mercato discografico, inoltre, era in forte espansione e il pubblico attento e curioso di novità.
A leggere i nomi in catalogo, i pochi riportati sul retro della busta, potrebbe sembrare incredibile ma in realtà questa piccola casa discografica lavorava veramente bene, e noi le rinnovammo la fiducia anche per l’edizione del successivo 45 giri, quello di Pensende a tie, che uscì tre anni dopo, nel 1977.
Dobbiamo ogni immagine di questa Rarities alla generosità e al paziente collezionismo di Giampaolo Piga, che ci ha presi di mira, per nostra fortuna. Non gliene saremo mai abbastanza grati.