Le compilation sono sempre esistite, in Italia come in Venezuela, dove è stata prodotta quella che stiamo descrivendo.
Le scuderie importanti, che potevano vantare un buon numero di successi nel proprio catalogo, non si stancavano mai di sfruttare la cresta dell’onda e puntualmente mescolavano, rimescolavano e stampavano una nuova raccolta, la quale avrebbe registrato l’ennesimo boom di vendite, inevitabilmente.
E quelli erano tempi nei quali i dischi andavano come il pane, si potrebbe dire, persino nel mondo misterioso della discografia dell’America Latina, dove ogni tanto qualcosa di nuovo, che nuovo non è mai, emerge dall’oblio.
Questa ha una particolarità, dal momento che veniva commercializzata in Sud America. Le canzoni erano quelle originali e non la versione cantata in spagnolo, come solitamente capitava. E capita ancora oggi, spessissimo.
Ma se Fatalità non è diventata Fatalidad, i Bertas, invece, sono diventati Los Bertas: leggere per credere (lato A, quarta canzone)!
Del resto, a guardare bene, gli errori non mancavano, ed era anche più che comprensibile.
Gli altri interpreti, e le altre canzoni: Patty Pravo (La bambola; Se c’è l’amore); Michele (Viva le donne come te); Gianni Morandi (Una sola verità; Chimera); The Showmen (Un’ora sola ti vorrei); Vibeke (Per un amore; A me piace lui); Gepy & Gepy (Una strada) e infine Renato Rascel (Il ragazzo d’argilla).
Dobbiamo ogni immagine di questa Rarities alla generosità e al paziente collezionismo di Giampaolo Piga, che ci ha presi di mira, per nostra fortuna. Non gliene saremo mai abbastanza grati.