Risale al 1977 questo nostro arrangiamento, in stile rock progressive, della celeberrima Nanneddu Meu, che proponiamo ancora oggi praticamente immutata.
La canzone riprende una poesia di Peppino Mereu (la Lettera a Nanni Sulis – appunto: nel Sulis egli ebbe l’amico che gli rimase accanto fino alla fine dei suoi giorni, e al quale si devono le poche notizie biografiche sullo sfortunato poeta).
Perché Peppino Mereu (Tonara, 1872-1901) in vita non ebbe fortuna ma fu uomo e poeta autentico, questo lo sappiamo per certo: basta dare uno sguardo alla sua produzione: la poca che è giunta a noi, purtroppo; quella che non bruciò nel camino, per scaldarsi negli ultimi giorni di freddo, e di bisogno; o infine quella che altri, che gli furono nemici, non distrussero alla sua morte.
Un raro uomo onesto, un utopista appassionato, che morì a soli 29 anni, consumato da una malattia inesorabile.
Un uomo che un altro grande poeta, se l’avesse conosciuto di persona, avrebbe voluto accanto a sé, sempre e comunque “in direzione ostinata e contraria”.
Registrato dal vivo al Nuraghe Santu Antine di Torralba il 29 settembre 2019.
Mario Chessa: Voce, Pianoforte, Tastiere
Enzo Paba: Voce, Chitarra
Marco Piras: Chitarre, Tastiere
Franco Castia: Voce
Giuseppe Gadau: Basso, Voce
Fabrizio Loriga: Batteria
Maria Rosaria Soro: Voce
Enrica Virdis: Voce
Autore: Peppino Mereu