Fra le stelle di Natale e un lieto fine insolito
l’Arcangelo delle vetrine ha acceso luci e luci
in un mondo felice e segreto
da starci bene e stare male
da non riuscire a stare
non pensarci più
Mai qualcuno che lo dica,
mai nessuno immagina
che si fa e rifà e rifà lo stesso errore
sempre, sempre
puoi soltanto imparare a sbagliare
ma se non vedi a camminare
a dove poggia il piede
non ci guardi più
E mia madre non ci crede
che l’amore può mancare
che nessuno ha a cuore il bene non ci crede
una madre non lo crede, non lo crede dell’amore
che le lacrime non spengono il dolore
e si lascia riscaldare da un calore come il pane
così buono che sull’orlo della fame
per potersi abbandonare a una sete quanto il mare
a una sete d’acqua che non può finire
con lei
Fra le ombre ci so stare, fra le ombre ci abito
ma di là di là di là ci sono luci e luci
scivolare in un sonno leggero
e il farsi freddo che si accorda
fra le ossa e l’anima
non sentire più
Ma mia madre non ci crede
che l’amore può mancare
che nessuno fa il tuo bene non si crede
una madre non lo crede, non lo crede dell’amore
che le lacrime non colmano il dolore
e si lascia riscaldare da un calore come il pane
così buono che sull’orlo della fame
per potersi abbandonare a una sete quanto il mare
a una sete d’acqua che non può finire
con lei.
(2002 – di Franco Castia e Mario Chessa)